Reset target version VCF

Gennaio 31st, 2025 by Antonello Marrone Nessun commento »

Se la VCF (5.0.0.1) non permette di effettuare un Async Patch segnalando che non tutti i bundle sono stati scaricati, la causa potrebbe essere un aggiornamento pianificato sul dominio i cui bundle non sono stati completamente scaricati.

Procedura per risolvere il problema:

  1. Identificare l’ID del Dominio tramite il Developer Center.
  2. Utilizzare l’API PATCH /v1/release/domains/{domainId} nella sezione TargetUpgradeVersion, impostando il domainId e lasciando il body vuoto.

Queste operazioni resetteranno la target version del dominio, permettendo di applicare la versione async del componente che si desidera aggiornare.

KB di riferimento: Broadcom Knowledge Base

Aggiornare Dati host unassigned

Gennaio 10th, 2025 by admin Nessun commento »

Se un host con una versione incompatibile con gli host esistenti è stato commissionato, è possibile aggiornarlo esternamente alla VCF (tramite DCUI) e successivamente aggiornare la versione all’interno del database dell’SDDC Manager.

Procedura per l’aggiornamento del database:

  1. Creare una snapshot dell’SDDC Manager per garantire la possibilità di ripristino in caso di problemi.
  2. Collegarsi in SSH all’SDDC Manager.
  3. Accedere al database con il seguente comando:psql --host=localhost -U postgres
    (Per mostrare la lista dei database, eseguire: \l)
  4. Selezionare il database platform:\c platform
    (Per mostrare la lista delle tabelle, eseguire: \dt)
  5. Visualizzare la tabella degli host:SELECT * FROM host;
    (Puoi filtrare i risultati usando id o version a seconda delle necessità.)
  6. Aggiornare la versione dell’host:UPDATE host SET version = 'x.y.z-build' WHERE id = 'ID_HOST';Il comando deve restituire UPDATE 1 per confermare la modifica.

Seguendo questa procedura, la versione dell’host verrà correttamente aggiornata nel database dell’SDDC Manager.

Aggiunta nuovi nodi su cluster VCF

Novembre 30th, 2024 by admin Nessun commento »

Capita che per mancanze di risorse hardware sia necessario aggiungere nuovi nodi ad un cluster di un Workload Domain in VCF, abbiamo la possibilità di farlo in due modi seguendo la UI oppure utilizzando le API che ci consentono di inserire più di due schede di rete per host. In questo articolo cercherò di spiegare come utilizzare le API ed il generatore di JSON che ci permette di inserire i dati richiesti ed avere un file strutturato per essere utilizzato.

Una volta effettuato il commissioning degli host, per utilizzarli per espandere il cluster eseguiamo i seguenti step.:

Recupero ID Host disponibili per espansione Cluster

  • Andando sul Developer Center dell’ SDDC
  • Selezioniamo API explorer
  • Espandere le API per gli Host e selezionare API
    GET /v1/hosts
  • Inserire il valore UNASSIGNED_USEABLE
  • Dare Execute

Recupero ID del Cluster da Espandere

  • Andando sul Developer Center dell’ SDDC
  • Selezioniamo API explorer
  • Espandere le API per gli Host e selezionare API
    GET /v1/clusters

Creazione JSON tramite form

Ora creiamo il Json necessario per poter eseguire l’espansione del cluster tramite il seguente form:

Cluster Expand Generator

Verifica Validità espasione Cluster

  • Andando sul Developer Center dell’ SDDC
  • Selezioniamo API explorer
  • Espandere le API per gli Host e selezionare API
    POST /v1/clusters/{id}/validations

Dove inseriamo il Cluster ID recuperato prima e il JSON creato tramite il form

Una volta che riceveremo il success dalla API precedente potremo tramite i seguenti step andare a generare il Task per espasione cluster

  • Andando sul Developer Center dell’ SDDC
  • Selezioniamo API explorer
  • Espandere le API per gli Host e selezionare API
    PATCH /v1/clusters/{id}

Dove inseriamo il Cluster ID e il JSON creato in precedenza.

Effettuare patching con Async Patch Tool

Novembre 13th, 2024 by admin Nessun commento »

Può capitare di dover delle patch critiche per dei componenti della nostra VMware Cloud Foundation (VCF) fuori dalla release della VCF. Possiamo effettuare queste attività con l’ausilio di un’utility che ci consente sia di scaricare che poi applicare al nostro SDDC i bundle necessari per queste patch. Questo tool è Async Patch Tool.

Async Patch tool ci permette di effettuare il download dei bundle necessari sia per le VCF che per le VCF on VxRail. Di seguito vediamo come poter effettuare queste attività.

Per prima cosa possiamo distinguere due metodì per utilizzare Async Patch Tool

  • Modalità Online
  • Modalità Offline

Dalla versione 5.2 della vcf non sarà più necessario effettuare il patching utilizzando manualmente l’AsyncPatchTool, questo è stato integrato direttamente nel bundle management della nostra infrastruttura VCF.

Cercherò di spiegarvi i due funzionamenti in maniera da poter capire quale sia meglio utilizzare nel vostro caso.

Modalità Online

Con questa modalità abbiamo la possibilità di utilizzare il nostro tool direttamente tramite SDDC manager se questo è collegato ad internet direttamente o attraverso un proxy.

Di seguito vediamo la corretta procedura per effettuare il download e abilitazione delle patch

Procedura

Dopo aver scaricato Async Patch tool dal portale Vmware by Broadcom, ci colleghiamo in ssh al nostro SDDC effettuando l’accesso con utente VCF

Creiamo una cartella al seguente path

/home/vcf/
mkdir /home/vcf/async

tramite un tool come WinSCP o MobaXterm copiamo il file scaricato precedentemente nel path sopra.

Ci posizioniamo nel path dove abbiamo copiato il file e lo scompattiamo

tar -xvf vcf-async-patch-tool-x.x.x.tar.gz

Una volta scompattato il file procediamo a dare le giuste permission sui file

chmod -R 755 asyncPatchTool

chown -R vcf:vcf asyncPatchTool

Una volta date le permission possiamo lanciare i comandi per visualizzare l’elenco delle Patch Disponibili e andare a rendere disponibili alla nostra VCF per procedere con l’aggiornamento.

Spostandoci nel path dove abbiamo scompattato il nostro tool con il seguente comando possiamo vedere la lista delle patch disponibili, per poi andarle a confrontare con quelle a noi necessarie per procedere all’installazione

./vcf-async-patch-tool --listAsyncPatch --du <mail registrata sul portale di supporto>

Una volta individuate le patch necessarie con il seguente comando procediamo ad effettuare il download e poi renderle disponibili al nostro SDDC manager

./vcf-async-patch-tool -e --patch product:version --du <mail registrata sul portale di supporto> --sddcSSOUser SSOuser --sddcSSHUser vcf --it ONLINE

In automatico verrà effettuato il download e resi disponibili i bundle all’interno di SDDC.

Procedura OFFLINE

La procedura offline è leggermente diversa in quanto prevede di effettuare il download e poi rendere disponibili i bundle in due momenti diversi. Le operazioni sopra descritte sono valide per procedere ad utilizzare l’asyncPatch Tool e visualizzare i bundle. Di seguit cercherò di spiegare come effettuarne il download e renderli disponibili al nostro SDDC manager.

Per effettuare il download dei bundle seguire il seguente comando:

./vcf-async-patch-tool -d --patch product:version --du broadcom_support_email --sku sku_type --pdu dell_emc_depot_email --sddcManagerVersion current_sddc_version

Il paramentro -d andrà ad effettuare solamente il download delle patch indicate dal paramento product:version

Una volta effettuato il download dei bundle per renderli disponibili utilizziamo il seguente comando

./vcf-async-patch-tool -e --patch product:version --sddcSSOUser SSOuser --sddcSSHUser vcf --outputDirectory bundleDirectory --it OFFLINE

E’ importante ricordare che tramite AsyncPatchTool è possibile applicare una singola patch per volta. Quindi se dobbiamo applicare più patch al nostro ambiente bisogna effettuare la procedura per ogni singola patch di cui abbiamo bisogno.

Una volta terminata l’attività di patching della nostra infrastruttura possiamo disabilitare le patch con il seguente comando

./vcf-async-patch-tool --disableAllPatches --sddcSSOUser SSOuser --sddcSSHUser vcf

vCenter upgrade fallisce per PNID non corretto

Giugno 10th, 2024 by admin Nessun commento »

Capita che quando viene effettuato il deploy del vcenter il PNID (Primary Network IDentifier ) e fqdn non coincidano, per il semplice fatto che vengano scritti uno in maiuscolo e uno in minuscolo.

Essendo Photon OS un Sistema Operativo basato su Linux, è molto sensibile all’utilizzo delle maiuscole e minuscole, quindi consiglio sempre prima di effettuare un upgrade di vcenter di procedere alla verifica sia dell’FQDN che del PNID che coincidano e in caso correggerli. Di seguito proverò a spiegare come effettuare queste attività.

Verificare il PNID

Con il seguente comando andiamo a verificare il PNID del nostro ambiente

/usr/lib/vmware-vmafd//bin/vmafd-cli get-pnid --server-name localhost

dall’esecuzione del comando otteniamo un risultato come questo

Verifica Hostname

Con il comando hostname andiamo a verificare il nome host assegnato al nostro vCenter

Cambio PNID

In caso hostname e PNID differiscano possiamo utilizzare il seguente comando per bonificare l’hostname e renderlo uguale al PNID

/opt/vmware/share/vami/vami_config_net

Con l’esecuzione del comando uscirà un menu come il seguente

a questo punto digitiamo 3 per effettuare il cambio dell’hostname e renderlo uguale al PNID

Una volta che PNID e hostname sono uguale possiamo procedere all’upgrade

Backup and restore the ESXi host configuration

Maggio 22nd, 2024 by admin Nessun commento »

Può capitare a volte che sia necessario effettuare un backup della configurazione degli Host ESXi, proverò a spiegare come effettuare questa attività, evidenziando un problema che mi è capitato.

Backup configurazione

Abbiamo diversi metodi per effettuare il backup delle configurazione di un host ESXi, vi spiego quello che utilizzo più frequentemente.

Per prima cosa effettuiamo la sincronizzazione di possibili modifiche di configurazione con un persistent storage

vim-cmd hostsvc/firmware/sync_config

dopo aver effettuato questo comando procediamo con l’effettivo backup della configurazione

vim-cmd hostsvc/firmware/backup_config

Se il backup è andato a buon fine riceveremo il seguente messaggio

possiamo quindi copiare il percorso indicato nell’output in un browser web andando a sostituire * con l’indirizzo ip del nostro Host ESXi ed effettuare il download della configurazione.

Nota: il restore della configurazione può essere fatta solo ed esclusivamente sull'host con la stessa build. La build è possibile verificarla con il seguente comando
vmware -vl

Restore configurazione

Per effettuare il ripristino della configurazione andiamo ad eseguire i seguenti step

rinominare il tar.gz scaricato configBundle-HostFQDN.tgz in configBundle.tgz

  • mettere in maintenance mode l’host (possiamo farlo in due modi)
    • dal vSphere client
    • tramite comando
      • vim-cmd hostsvc/maintenance_mode_enter
  • copiare il file di backup sull’host o su un DataStore disponibile
  • Riavviare l’host
  • spostare il file di configurazione nel path /tmp
  • eseguire il comando
vim-cmd hostsvc/firmware/restore_config 0

In questo modo abbiamo effettuato il restore della configurazione.

Errore e risoluzione

Può capitare di ricevere il seguente errore in fase di backup della configurazione

(vmodl.fault.SystemError) { 
faultCause = (vmodl.MethodFault) null, 
faultMessage = ,
reason = Internal error msg = Received SOAP response fault from []: backupConfiguration A general system error occurred: Internal error
 }

può essere dovuto alla mancata presenza del path

/scratch/download

dove viene caricato il tgz di backup oppure come capitato in altre occasioni non c’era lo spazio sufficiente nel path

/tmp

Dove viene creato il file temporaneo prima di generare il tgz. Consiglio quando si effettua il back e viene restituito l’errore segnalato, di provare a rilanciarlo aprendo una seconda shell verso l’Host ESXi e vedere cosa viene scritto nel log file con il seguente comando in modo da riuscire ad indentificare il possibile problema

tail -f /var/log/hostd.log

Settare i Core Dump su VMFS Datastore

Maggio 22nd, 2024 by admin Nessun commento »

Cosa sono i Core Dump

I Core Dump sono file di diagnostica che vengono generati dall’host e che possono essere analizzati in seguito ad un fault dell’host ESXi, di solito vengono salvati su una partizione dedicata all’interno dell’host stesso. In questa guida vediamo come configurarli all’interno di un datastore VMFS.

Come vedere la lista dei core dump

Per verificare dove vengono salvati e come vengono chiamati i core dump possiamo eseguire il seguente comando

esxcli system coredump file list

esempio di del risultato

dallo screen vediamo che il core dump è attivo. In questo caso, abbiamo effettuato una verifica su un Host dove è attivo il core dump.

In caso il core dump non fosse configurato all’interno del nostro vCenter avremo il seguente warning

Configurazione Core Dump

Adesso andiamo a configurare il core dump su un datastore VMFS

esxcli system coredump file add -d <datastore_name>

vediamo nello specifico il comando

Abbiamo creato il nostro file. Vediamo che sullo stesso data store sono presenti due core dump file, dove il primo è relativo ad un altro host presente nella nostra infrastruttura.

Adesso andiamo ad abilitare il core dump appena creato

esxcli system coredump file set -e=true -s

Una volta eseguito il comando possiamo vedere come il coredump sia abilitato sul DataStore che abbiamo indicato.

Update vCenter con HA

Maggio 20th, 2024 by admin Nessun commento »

Mi è capitato di dover effettuare l’upgrade di un vCenter con HA attiva ed il mio consiglio è di rimuovere l’HA prima di effettuare l’upgrade e poi una volta effettuato l’upgrade del vCenter procedere a ricreare l’HA.
Di seguito la procedura per la rimozione della VCHA e la sua riconfigurazione.

Rimozione VCHA

Le seguenti operazioni sono necessarie se nell’infrastruttura è presente un VCHA e devono essere eseguite prima dell’aggiornamento.

  • Nel vSphere Client, accedere al vCenter Server da cui si desidera rimuovere la configurazione di vCenter HA.
  • Fare clic sulla scheda Configura e selezionare vCenter HA.
  • Selezionare Remove vCenter HA .La configurazione del cluster vCenter HA viene rimossa dai nodi Active, Passive e Witness.
  • Il nodo Active continua a funzionare come appliance vCenter Server indipendente.
  • Eliminare i nodi Passive e Witness.

Ricrezione VCHA

  • Accedere al nodo Active con il vSphere Client.
  • Selezionare l’oggetto vCenter Server nell’inventario e selezionare la scheda Configura.
  • Selezionare vCenter HA in Impostazioni.
  • Fare clic sul pulsante Imposta vCenter HA per avviare la procedura guidata.
  • Se il server vCenter è autogestito, viene visualizzata la pagina Impostazioni risorse.
  • Se il server vCenter è gestito da un altro server vCenter, inserire la posizione e le credenziali del server vCenter di gestione.
  • Fare clic su Credenziali di Management vCenter Server. Specificare il FQDN o l’indirizzo IP del server Management vCenter, il nome utente e la password Single Sign-On e fare clic su Avanti.
  • Se non si dispone delle credenziali dell’amministratore Single Sign-On, selezionare il secondo punto e fare clic su Avanti.
  • Potrebbe essere visualizzato un avviso relativo al certificato. Controllare l’impronta SHA1 e selezionare Sì per continuare.
  • Nella sezione Impostazioni risorse, selezionare dal menu a discesa la rete vCenter HA per il nodo attivo.
  • Fare clic sulla casella di controllo se si desidera creare automaticamente cloni per i nodi passivi e testimoni.

Creazione Nodo Passivo

  • Per il nodo Passivo, fare clic su Modifica.
  • Specificare un nome univoco e una posizione di destinazione.Selezionare la risorsa di calcolo di destinazione per l’operazione.Selezionare il datastore in cui archiviare i file di configurazione e di disco.
  • Selezionare le reti Virtual Machine Management (NIC 0) e vCenter HA (NIC 1).Se ci sono problemi con le selezioni, vengono visualizzati errori o avvisi di compatibilità.Rivedere le selezioni e fare clic su Fine.

Creazione nodo Witness

  • Per il nodo Witness, fare clic su Modifica.
  • Specificare un nome univoco e una posizione di destinazione.Selezionare la risorsa di calcolo di destinazione per l’operazione.Selezionare il datastore in cui archiviare i file di configurazione e di disco.
  • Selezionare le reti Virtual Machine Management (NIC 0) e vCenter HA (NIC 1).
  • Se ci sono problemi con le selezioni, vengono visualizzati errori o avvisi di compatibilità.Rivedere le selezioni e fare clic su Fine.
  • Fare clic su Avanti.
  • Nella sezione Impostazioni IP, selezionare la versione IP dal menu a discesa.
  • Immettere l’indirizzo IPv4 (NIC 1) e la maschera di sottorete o la lunghezza del prefisso per i nodi Attivo, Passivo e Witness.
  • È possibile modificare le impostazioni della rete di gestione per il nodo passivo. La personalizzazione di queste impostazioni è facoltativa. Per impostazione predefinita, vengono applicate le impostazioni della rete di gestione del nodo Attivo.
  • Fare clic su Fine

vCenter High Availability (VCHA)

Maggio 17th, 2024 by admin Nessun commento »

Guida Completa a vCenter High Availability (vCenter HA)

La disponibilità elevata (HA) di vCenter è una funzione essenziale per garantire la continuità operativa e la resilienza del tuo ambiente VMware. In questo post, esploreremo i concetti chiave, i vantaggi e le istruzioni passo-passo per configurare vCenter High Availability (vCenter HA).

Che Cos’è vCenter High Availability?

vCenter High Availability (vCenter HA) è una soluzione che fornisce un failover rapido e automatico del server vCenter in caso di guasti. Questa funzionalità protegge il tuo ambiente di virtualizzazione VMware vSphere contro downtime pianificati e non pianificati, migliorando la disponibilità del tuo vCenter Server.

Vantaggi di vCenter HA

  1. Resilienza: Garantisce la continuità operativa del server vCenter anche in caso di guasti hardware o software.
  2. Riduzione del Downtime: Riduce il tempo di inattività del server vCenter, assicurando che la gestione del tuo ambiente vSphere sia sempre attiva.
  3. Facilità di Configurazione: La configurazione di vCenter HA è relativamente semplice e può essere gestita tramite l’interfaccia web di vCenter.

Componenti di vCenter HA

vCenter HA si basa su tre nodi principali:

  1. Nodo Primario: Il nodo attivo che gestisce tutte le operazioni.
  2. Nodo Passivo: Una copia del nodo primario che subentra in caso di guasto del nodo primario.
  3. Nodo Witness: Un piccolo nodo che monitora lo stato dei nodi primario e passivo, facilitando il processo di failover.

Prerequisiti per vCenter HA

Prima di configurare vCenter HA, assicurati di soddisfare i seguenti prerequisiti:

  • Un ambiente VMware vSphere 6.5 o superiore.
  • Tre host ESXi per distribuire i nodi primario, passivo e witness.
  • Accesso alla rete per comunicazioni di clustering e replication.
  • Un backup recente del tuo vCenter Server.

Configurazione di vCenter HA

Di seguito sono riportati i passaggi dettagliati per configurare vCenter HA:

Passo 1: Configurare la Rete

Assicurati che i tre nodi (primario, passivo e witness) abbiano accesso alla rete e siano in grado di comunicare tra loro. Configura la rete di replica con una latenza minima per garantire una sincronizzazione efficiente.

Passo 2: Abilitare SSH

Abilita l’accesso SSH su tutti i nodi vCenter Server per facilitare la configurazione iniziale.

Passo 3: Creare un Backup

Effettua un backup completo del tuo vCenter Server prima di procedere. Questo ti permetterà di ripristinare il sistema in caso di problemi durante la configurazione.

Passo 4: Configurare vCenter HA

  1. Accedi a vCenter Server tramite l’interfaccia web.
  2. Naviga su Administration > vCenter HA e clicca su Configure.
  3. Seleziona il Metodo di Distribuzione:
    • Basic: Consigliato per la maggior parte delle configurazioni, crea automaticamente i nodi passivo e witness.
    • Advanced: Per ambienti complessi dove è necessario un maggiore controllo sui dettagli di configurazione.
  4. Imposta la Rete di Replica: Configura l’interfaccia di rete per la replica tra i nodi.
  5. Aggiungi i Nodi: Aggiungi i nodi passivo e witness. Se stai utilizzando il metodo Basic, questi verranno creati automaticamente.
  6. Convalida la Configurazione: Verifica che tutti i nodi siano correttamente configurati e in grado di comunicare tra loro.
  7. Avvia la Sincronizzazione: La sincronizzazione iniziale dei dati avrà inizio. Questo processo può richiedere del tempo a seconda delle dimensioni del tuo database vCenter.

Passo 5: Testare il Failover

Una volta completata la configurazione, è importante testare il failover per assicurarsi che il setup funzioni correttamente. Questo può essere fatto spegnendo il nodo primario e verificando che il nodo passivo assuma correttamente il controllo.

Conclusione

vCenter High Availability è una funzione cruciale per mantenere il tuo ambiente vSphere operativo e resiliente. Seguendo questi passaggi, puoi configurare vCenter HA e assicurarti che il tuo server vCenter sia protetto contro i downtime imprevisti. Assicurati di monitorare regolarmente lo stato dei tuoi nodi e di effettuare test periodici per garantire la continua disponibilità del tuo sistema.

Speriamo che questa guida ti sia stata utile. Se hai domande o necessiti di ulteriori chiarimenti, non esitare a lasciare un commento qui sotto.

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